La nostra città - Eos Enna

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La nostra città

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Ubicata al centro dell’isola, su un altopiano nel cuore dei monti Erei,  in una posizione quasi imprendibile per la quale è stata definita ‘urbs  inexpugnabilis’, Enna fu fondata nel 2700 a.C.. Sull’origine del suo  nome vi sono molteplici tesi, è certo invece che i primi stanziamenti  umani risalgono alla prealba della storia, come viene documentato dai  reperti archeologici che sono stati portati alla luce.
I primi abitanti pare siano stati i sicani i quali, probabilmente per  sfuggire all’eruzione dell’Etna, risalirono i fiumi Simeto e Dittaino e  diedero origni a una fiorente civiltà. Sembra che proprio dai sicani sia  stato introdotto in Enna il culto di Cerere, la dea simbolo della  civiltà e dell’agricoltura che lega l’uomo alla terra. Essa perde la sua  giocondità quando la sua figlia diletta Proserpina le viene rapita da  Plutone, dio delle tenebre, mentre coglieva fiori lungo le rive del Lago  Pergusa. La natura coglie il dolore di Cerere, i campi inaridiscono e i  contadini muoiono di fame, anche Proserpina, sottratta al suo mondo di  luci e fiori, soffre, ma quando si accorge che Plutone non vuole  renderla schiava ma regina, il dolore cede il posto all’amore. Cerere si  consola e grazie all’intervento di Giove, Proserpina tornerà sulla  terra ogni primavera e la natura tripudierà insieme a lei.
Numerosi  poeti, da Ovidio a Claudiano, nell’antichità hanno cantato questo mito  che sta a significare l’alternanza delle stagioni e costituisce  l’espressione più genuina dell’amore materno.
Quando giunsero i  Greci in Sicilia, Enna, tranne per brevi periodi, rimase indipendente ed  ebbe con i colonizzatori rapporti improntati al reciproco rispetto e  alla convivenza pacifica. Fu conquistata da Agatocle, tiranno di  Siracusa, nel 307 a.C. e venne liberata da Pirro nel 277 a.C. per essere  poi riconquistata da Amilcare nel 259 a.C. il quale fu cacciato dal  popolo stesso.
Dopo la seconda guerra punica, quando tutta la  Sicilia passò sotto il dominio di Roma, Enna che aveva cercato di  resistere venne sottoposta ad un terribile saccheggio.
Il  malcontento dagli schiavi che mal sopportavano lo stato servile di  coltivatori di campi per i ricchi padroni, proprio a Enna innescò la  scintilla della prima guerra servile nel 135 a.C. il quale protagonista  fu Euno che prese la città alla testa di 400 ribelli e se ne proclamò re  con il nome di Antioco. La statua che lo rappresenta si trova ai piedi  del Castello di Lombardia.
Con la proclamazione dell’impero nel 29  a.C., Enna riottenne il diritto alla municipalità che conservò anche nel  periodo delle dominazioni barbariche. La città fu tenuta in gran conto  anche dai bizantini i quali vi trasferirono il comando militare e  l’amministrazione. Gli arabi, i nuovi invasori, la ribattezzarono Enna  Castrogiovanni riconoscendole l’importanza strategica dopo diversi  assalti ai quali resistette. Quando la città infine capitolò poté godere  della stessa prosperità del passato. Nello stesso anno della resa Enna  divenne capoluogo musulmano, sede del potere civile e militare,  divenendo il quarto distretto della Sicilia.
Il contrasto tra l’emiro  di Castrogiovanni e quello di Siracusa spinse quest’ultimo a chiamare  in aiuto i Normanni che conquistarono la città.
Anche sotto gli  Svevi, Enna conservò la propria autonomia e fu molto cara a Federico I  di Sicilia (II del Sacro Romano Impero) che amava soggiornarvi per i  periodi estivi e gli attribuì l’appellativo di ‘inespugnabile’. Sembra  anche che sotto il suo regno sia stato definito lo stemma della città,  quale oggi si presenta.
Triste fu il periodo sotto la dominazione di  Carlo D’Angiò al contrario del governo di Federico I D’Aragona che amò  molto questa città e dagli abitanti fu ricambiato. Egli ne fece il  centro di ogni operazione militare e per questo motivo fece instaurare  il Castello di Lombardia, che divenne anche la sede del suo soggiorno  estivo. Alla moglie Eleonora si deve la ricostruzione del Duomo.
Con  la controriforma cattolica, scaturita dal Concilio di Trento, nel centro  isolano si ebbe il sorgere e il rifiorire di numerosi congregazioni  religiose delle quali tutt’oggi nelle grandi festività, possiamo  ammirarne i costumi.
Nei secoli successivi, la città seguì le sorti  dell’isola. Nel 1815 la Sicilia fu annessa al Regno di Napoli, passata  la ventata Napoleonica e rimasta immutata la politica dei Borboni,  Castrogiovanni partecipò con le sue giovani leve all’impresa dei Mille  ma l’assetto del nuovo regno disattese le aspettative di rinnovamento e  ciò determinò una cospirazione repubblicana promossa da Napoleone  Colajanni, economista e deputato della sinistra che finì con l’essere  arrestata.
Sebbene due anni dopo la loro prima comparsa, anche a  Castrogiovanni sorsero i Fasci dei lavoratori che furono però vissuti in  maniera meno esasperata che altrove.
Con autentico spirito  patriottico gli abitanti parteciparono alla Prima Guerra Mondiale e  furono coinvolti nei disordini che fecero seguito ai trattati di pace e  che portarono all’avvento del partito fascista.
All’alba del governo  di Benito Mussolini fu inviato un telegramma in cui si comunicava  l’elezione a capoluogo di Provincia del Comune di Castrogiovanni al  quale con regio decreto venne restituito il nome di Enna nel 1927
Per  la città ebbe inizio un periodo di ripresa interrotto purtroppo dalla  Seconda Guerra Mondiale i quali bombardamenti spazzarono via gran parte  del patrimonio storico ennese.
Eos Enna - www.eos.altervista.org - eosenna@alice.it
                                            
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